—Simbolo della fine dell’estate.
Quella del 2020 è stata un’estate diversa dal solito. Tante cose sono accadute e tanto da raccontare abbiamo di quest’anno bisestile che ci ha fatto conoscere cambiamenti epocali del nostro sistema di vita. Un virus in grado di riportarci tutti con i piedi per terra. Una pandemia maligna che ha generato il declassamento dei gesti appartenenti al sentimento, quegli attimi appaganti del conforto umano. Distanziati è meglio, avvicinati è peggio. Il virus non lo permette e il nostro timore di ammalarci ingigantisce certe naturali ipocondrie nascoste nei meandri del nostro essere. Ma l’estate, questa estate, ha portato momenti di allontanamento da certi pensieri oscurantisti provocati da un lockdown che sembrava fantascienza. Sembrava, ma non lo era. Era tutta realtà. E così qualcuno si è rifugiato nell’estate come unico vero sostegno a dimenticare, o per meglio dire, a distogliere la mente da ciò che dal mese di marzo era apparso come l’assillo di incontrarsi con gli altri, di relazionarsi guardandosi negli occhi e quindi di vivere. Ma il sole, il mare, gli ombrelloni, la crema abbronzante, il tuffo e poi la nuotata, sono stati terapeutici e ridimensionanti di quell’assillo di distanziamento che angosciava. Tutto questo, naturalmente, alle persone più attente e scrupolose non ha fatto dimenticare le regole da rispettare, ma si è fatto tutto all’insegna della rilassatezza. Per questo è stato bello, per questo è stato significativo di un ritornare a vivere in modo rilassato, abbandonandosi al calore dei raggi solari che riscaldano la pelle e danno il benessere mentale. Sì, è stato bello. Ma adesso che l’autunno è imminente e il virus riprende il suo falcidiante cammino verso l’attentare la vita dell’essere umano, ci resta il ricordo di un’estate talora goliardica, spensierata, diversa da tutte le altre. Per questo anche il mare è apparso più complice del solito, mentre l’alba e il tramonto ci hanno trasmesso grandi speranze e più riflessioni sulla bellezza della natura, della vita. Quest’anno ancor più delle altre estati, di altri momenti in cui ci facciamo tante domande senza trovare risposta. E chi non ha potuto godere di questo breve ma intenso periodo di vacanza, non gli resta altro che il gusto dolce e un po’ amaro di averlo vissuto attraverso gli altri, questa estate 2020. Proprio in coloro i quali sono riusciti a cogliere la diversità di un mondo che a causa del Covid tutto ha cambiato. Anche noi. E adesso, riposti gli ombrelloni, le creme e gli oli abbronzanti, salutati gli amici che ci hanno fatto compagnia, li rivediamo già attraverso i sorrisi che ci hanno accomunato nelle tante foto e filmati ricordo, mentre voltiamo pagina per prepararci a un autunno pieno di punti interrogativi.
Salvino Cavallaro